Nella preghiera PADRE NOSTRO il significato profondo di Regno di Dio, Società ideale, Sistema di Base
Molto opportunamente (anche dati i tempi in cui fu enunciato) nel Vangelo di Gesù Cristo non si parla mai espressamente di politica (unica sublime eccezione: “Date a Cesare quel che è di Cesare”) ma gli insegnamenti di Gesù ai discepoli non solo contengono le principali norme della legge naturale e il loro superamento con precetti del tutto nuovi, ma in alcuni casi prefigurano una società umana molto più evoluta a tutti i livelli.
Le caratteristiche di questa società e dei suoi componenti sono deducibili leggendo sottotraccia la preghiera fondamentale del Cristianesimo ( da 2000 anni la religione più diffusa nel mondo): il Padre Nostro, dettata parola per parola direttamente dallo stesso Gesù il Cristo.
Qui riproduciamo, analizziamo a fondo e commentiamo questa preghiera perché il Sistema di Base, pur non avendo la pretesa della somiglianza con una futura terrena Società Ideale, quale emerge dalle profondità di questa preghiera, ha almeno il pregio di non contrastare con nessuna delle sue parti e quindi di costituire una tappa per arrivare, alla fine dei tempi, all’annunciato paradisiaco Regno di Dio.
PADRE NOSTRO
La preghiera PADRE NOSTRO è senza dubbio la più bella espressione della religiosità umana. E anche la più diversa perchè considera l’Ente Supremo, cui si rivolge, come un Padre a differenza di tutte le altre fedi o movimenti spirituali (a cominciare dalla Pacha Mama che non è una divinità vera e propria ma soltanto una deificazione della biosfera terrestre, fino al multiforme Brahma dell’induismo che è un essere onnipotente semplicemente da temere e implorare). Ciò è spiegato anche dal fatto che fu proprio Dio fatto Uomo, il Cristo, a dettarla ai suoi primi discepoli.
Sorprendentemente, meditando su ogni singola parola, questa preghiera ci dà o ci conferma alcune fondamentali indicazioni sulla struttura e il funzionamento della Società Umana e di tutto il Creato terrestre e ultraterrestre.
PADRE
Il Dio cristiano (giudaico e, in parte, islamico) non è una divinità a se stante né un semplice creatore materiale degli uomini, ma un vero Padre Procreatore diretto del loro corpo, anima e spirito (‘a sua immagine e somiglianza’ dice la Bibbia) e quindi legato ad essi da un rapporto basato sull’amore paterno.
Come i padri umani, da Lui creati, il Padre divino si comporta con i suoi figli aiutandoli ma anche correggendoli, e pure punendoli se sbagliano.
Perché ’padre’ e non ‘madre’? Perché in quasi tutte le lingue la parola ‘dio’ è maschile e di riflesso le sue caratteristiche sono declinate al maschile come, appunto, ‘padre’ ben sapendo comunque che la suddivisione in sessi è un fatto specificamente umano e che il Dio Cristiano, essendo infinito, comprende sia gli aspetti maschili di padre che quelli femminili di madre: pertanto disquisire sulla prevalenza o parità in Lui di uno o dell’altro sesso (e quindi della sua denominazione) è una pura perdita di tempo (tipica del genere umano).
NOSTRO
Perché chiamiamo ‘nostro’ il Grande Padre anche se recitiamo questa preghiera da soli ? Perché Egli vuole ricordarci due cose: che ogni essere umano è, sì, una persona diversa dalle altre in quanto irripetibile mix di alcune delle infinite qualità e forme del Creatore con una sua coscienza e responsabilità individuale, ma che, proprio per la sua limitatezza e diversità, è destinato e naturalmente portato a convivere con tutti gli altri esseri umani in cui potrà scoprire e insieme godere via via tutte le altre qualità e capacità divine che egli non possiede.
Il rapporto di fratellanza di tutti gli esseri umani è fondamentale e logico grazie al Padre comune: tra l’altro, l’ascendenza a un unico progenitore di tutti gli uomini è provata anche dalla scienza.
Essendo unico, Dio è anche padre di tutti gli altri esseri viventi intelligenti e coscienti eventualmente presenti nel nostro universo (sia terrestri, come gli angeli e demoni, folletti e fate ipotizzati dalla cultura europea, o gli jin da quella araba; sia ‘extraterrestri’ o ‘alieni’ dalle più varie forme a cominciare da quelle umanoidi come spingono a credere diversi inspiegabili fenomeni) che quindi vanno considerati anch’essi se non proprio nostri fratelli almeno nostri parenti e nei cui confronti è logico, pur con le dovute cautele, porsi a priori rispettosamente e amorevolmente.
CHE SEI NEI CIELI
Dio è ovunque e da queste parole si evince che il nostro universo non è l’unico ‘cielo’ ma esistono altri ‘cieli-universi’, su piani esistenziali anche molto differenti.
SIA SANTIFICATO IL TUO NOME
La ‘parola’ (il grande concetto greco ‘logos’) ha un grande potere non soltanto comunicativo ma anche poietico (dal condizionamento psichico alla creazione di materia: ‘fiat lux’) che si esprime in varia misura a seconda di chi la pronuncia, dell’ambientazione, della preparazione.
Pronunciare il nome di Dio invano, con scherno o addirittura odio è quindi la più grande offesa che possiamo fargli. Pronunciarlo con venerazione e riconoscenza è invece l’unico atto che Lui ci chiede in riconoscimento della sua infinità maestà, perché in effetti Dio ci considera suoi figli e non suoi adoratori.
VENGA IL TUO REGNO
Nell’organizzazione del Popolo di Dio non ci sarà la tanto decantata democrazia ma soltanto la Volontà divina che ogni membro avrà interiorizzato interamente durante la sua vita terrena e che lo farà sempre agire senza commettere alcun errore o colpa, senza bisogno di discussioni, decisioni e leggi collettive. L’umanità ‘illuminata’ sarà un Regno (simile all’idea di quelli terrestri) con ruoli e gerarchie assegnati e organizzati (per garantire qualsiasi libera attività a tutti i componenti) direttamente da Gesù Cristo ‘Re’ (come dicono le Sacre Scritture).
SIA FATTA LA TUA VOLONTA’
Accettare la Volontà di Dio durante la vita terrena significa accettare il grande progetto (uno degli innumerevoli nei vari ‘cieli’) dell’essere umano che Dio ha avviato sulla Terra: significa accettare la propria identità personale, i propri genitori, il luogo di nascita e via via tutte le perone e gli eventi buoni e cattivi che si presenteranno durante la vita, senza però la passività fatalistica di certe religioni ma cercando di reagire e modificare in meglio la realtà (“credendo il probabile e facendo il possibile” come disse il vecchio saggio) sempre con la guida e con l’aiuto del Padre come invoca questa preghiera.
COME IN CIELO
Come sopra accennato, queste parole confermano che nel Creato non solo ci sono più universi ma che in essi ci sono anche altri esseri intelligenti e coscienti oltre agli esseri umani: se non ci fossero non si capirebbe infatti chi dovrebbe fare la volontà di Dio ‘in cielo, al di fuori del pianeta Terra.
COSI’ IN TERRA
Il pianeta Terra è lo specifico corpo celeste del nostro universo assegnato al genere umano.
DACCI OGGI
Il nostro Grande Padre ci dice chiaramente che l’uomo non è in grado di sopravvivere da solo, ma è Lui che gli assicura la sussistenza, e vuole che ce ne ricordiamo ogni giorno. Ovviamente non è concepibile che Dio ci dia direttamente e materialmente il pane (tuttavia due casi del genere sono storicamente testimoniati: la manna per gli Ebrei nel deserto dalla Bibbia; pane e pesci per i seguaci di Gesù dal Vangelo). Più naturalmente, il Buon Dio ci ha dato la possibilità di procurarci da soli ogni giorno il cibo creando per noi un intero pianeta fertile e ricco di risorse utili per l’uomo. Nello stesso tempo ci ricorda che il pianeta che ci ha messo a disposizione è suo e quindi non possiamo danneggiarlo e trasformarlo in modo innaturale.
IL NOSTRO
Come per quanto riguarda il rapporto di paternità, l’uso della parola ‘nostro’ parlando di ‘pane quotidiano’ cioè (al di là del rapporto parentale spirituale) di qualcosa di concreto che riguarda la sopravvivenza fisica, non può significare altro che ogni singolo essere umano deve avere il ‘suo’ pane direttamente da Dio e non dipendere per esso da altri: per questo il Buon Dio ha creato la biosfera terrestre da cui ognuno può e ha diritto di ricavare personalmente il suo cibo e altre risorse naturali. In pratica il Creatore ci fa capire che non è concepibile che qualcuno rivendichi per sé la proprietà di terreni e risorse del pianeta che servono ad altri per sopravvivere.
Valutando bene le parole di Dio possiamo anche affermare che quando ognuno pronuncia la parola ‘nostro’ è chiaro che si riferisce al cibo che viene prodotto dal territorio in cui vive e che è il più adatto a lui: sembra proprio un invito alla autonomia e tipicità alimentare come base della sopravvivenza di ciascun popolo.
PANE
Qui non si può non sottolineare come la biosfera che Dio ci ha affidato è dotata di tutti gli esseri minerali, vegetali e animali che direttamente e facilmente possono garantire la nutrizione e la salute degli esseri umani. Il Buon Dio non prende neppure in considerazione che sulla Terra utilizziamo alimenti e farmaci di origine artificiale, come forse potrebbe essere in futuro per un ipotetico Uomo ‘cosmico’ vagante per l’universo.
Da notare che Dio ci dice di chiedere il ’pane’ (cioè il solo necessario per vivere) ma non altri beni, il benessere o la ricchezza perché vuole ricordarci che tutti gli altri beni materiali sono ininfluenti e spesso rischiano di essere dannosi per la nostra integrità e vera felicità.
QUOTIDIANO
Uno degli errori più gravi che commettono oggi le comunità umane cosiddette progredite è quello di pensare e brigare per avere la sicurezza assoluta nel tempo del proprio benessere e addirittura della propria sopravvivenza. Questo invito a pregare ogni giorno per averli vuol dire che l’uomo (sia singolarmente sia collettivamente) non è padrone del proprio destino e deve essere sempre mentalmente preparato, giorno dopo giorno, a perdere quello che ha: crisi economiche, guerre, epidemie, carestie, terremoti, eruzioni, uragani, meteoriti sono sempre in agguato (in passato per almeno tre volte hanno estinto quasi del tutto la vita sul nostro pianeta) e spesso (specialmente a livello individuale) imprevedibili.
E RIMETTI A NOI
Dio è Padre amorevole sempre pronto a perdonarci, a patto ovviamente che prendiamo coscienza e ci pentiamo dei nostri errori.
I NOSTRI DEBITI
Tutti hanno delle colpe (anche se solo di omissione) più o meno coscienti, verso Dio e verso i nostri fratelli
COME NOI LI RIMETTIAMO
Quello che ci accomuna a Dio è l’amore, come in una famiglia: se Dio ci ama e ci perdona i nostri errori, è naturale che noi, suoi figli, nello stesso modo amiamo e perdoniamo le colpe nei nostri confronti dei nostri fratelli (‘ama il prossimo tuo come te stesso’), siano o no pienamente consapevoli.
AI NOSTRI DEBITORI
Nel corso della loro vita tutti subiscono piccole o grandi offese e danni dagli altri (dalla mancanza di rispetto, al furto, al tradimento…): Dio ci chiede di perdonarli senza se e senza ma, per due motivi: per rompere la catena del male con cui siamo legati l’uno all’altro finchè tutti non ne saremo liberati; perché soltanto Dio è in grado di giudicare l’esistenza e la misura della cattiveria di chi ci ha colpiti (come spieghiamo meglio più avanti parlando del ‘male’).
E NON ABBANDONARCI NELLA TENTAZIONE
Il mezzo con cui il Grande Padre vuole farci meritare una felicità eterna è la libertà di sbagliare: la tentazione alla trasgressione può provenire da noi stessi (la peggiore nasce dalla superbia) come essere provocata da altri esseri malvagi umani e non (ad esempio l’angelo ribelle Lucifero) come pure può provenire dallo stesso ‘mondo’ in cui viviamo nel quale sovente vengono ostentati i frutti (tanto attraenti quanto velenosi) della vanità, avidità, lussuria, superbia. Questa invocazione non è quindi superflua, anzi: in tutti i casi, invocare l’aiuto di Dio è molto importante (lo hanno fatto anche personaggi spiritualmente molto elevati come i Santi) perché la forza spirituale (‘grazia’) che hanno le persone in questa fase di sviluppo dell’umanità è ancora bassa.
MA LIBERACI DAL MALE
Cos’è il Male? Ovviamente, la mancanza di Bene. Ma cos’è il Bene? Dopo 70.000 anni di sviluppo umano, possiamo dire che il Bene è soprattutto e primariamente la Conoscenza. C’è una frase nelle Sacre Scritture pronunciata da Gesù il Cristo, mentre veniva inchiodato sulla croce, che lo conferma: ‘Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno’. Ed è ribadita anche da un tragico paradosso: il musulmano convinto e indottrinato che si suicida con una bomba uccidendo decine di persone innocenti ‘infedeli’ in base al suo credo e a rigor di logica dovrebbe meritare il paradiso… e forse è proprio così! Questo è un esempio del male più assurdo che l’ignoranza può causare. Non per nulla il Buon Dio la richiesta della libertà dal male la situa a coronamento della preghiera che ci ha insegnato: quello di cui abbiamo soprattutto bisogno è la Luce che fa sparire in noi le tenebre. La Luce è la Verità e ‘la Verità vi farà liberi’ (detto sempre dal Cristo Gesù). L’uomo che ha preso conoscenza e coscienza del Tutto vive nella pienezza della Luce (come gli ‘illuminati’ del Cristianesimo e di qualche altra elevata religione) e pertanto non può più fare il male.
AMEN
E così sia.