Le soglie di spazi e tempi
per l'umanità

e per il pianeta Terra

LE SOGLIE DI SPAZI E DI TEMPI PER L'UMANITA' E PER IL PIANETA TERRA


  Il delirio degli illuministi ha portato l'opinione pubblica del 1800 e 1900 a dare per scontato un progresso senza fine e senza limiti in tutti i campi: quantità di esseri umani sul pianeta Terra, progresso economico, benessere individuale, libertà di movimento.

  Esistono invece delle soglie oltre le quali l'umanità non può andare, tra le quali le più pericolose sono:

- la soglia del numero degli abitanti che il pianeta può nutrire

- la soglia del benessere materiale individuale

- la soglia della saturazione del mercato dei beni materiali secondari

- la soglia del caos nella mobilità e nelle relazioni interpersonali

- la soglia della scomparsa dello spazio vitale individuale

 

  Queste soglie sono state raggiunte proprio in questi anni di inizio del 21° secolo dopo Cristo, come dimostrato dalle notizie di tutti i giorni ma anche certificato, nel caso della popolazione mondiale, da un censimento ufficiale dell’Ottobre 2011. (VEDI '2012: Età dell'oro o Autodistruzione?') 

  NB.Queste affermazioni e le successive considerazioni sono relative ai paesi più progrediti del pianeta, ma valgono per anche per tutti gli altri che stanno percorrendo, purtroppo, la stessa strada dei primi. Proprio per questo motivo (i paesi in via di sviluppo hanno praticamente abbandonato le loro culture tradizionali impegnando tutte le proprie energie nel progresso materiale con l’obiettivo dell’autonomia economica), i paesi progrediti non potranno più salvare il proprio benessere in quanto le risorse che acquisivano sui mercati esteri diminuiranno sempre di più.

Soglia della quantità della popolazione globale sul pianeta

  La popolazione mondiale ha raggiunto a fine 2011 i 7 miliardi di abitanti: è il limite attuale delle capacità di alimentazione naturale della superficie terrestre. Considerando accettabile una densità media di 180 abitanti per km quadrato, alcuni stati hanno ancora un po’ di spazio disponibile, ma la maggior parte degli altri hanno già popolazione in eccesso. A esempio l’Italia può nutrire nelle condizioni attuali 47 milioni di abitanti  mentre ne ospita 60 (27% in più), come la Gran Bretagna in cui 1 cittadino su 4 non ha base vitale (è una specie di nemesi storica: gli inglesi stanno pagando per tre secoli di imperialismo su tutto il globo, come è accaduto anche ad altri popoli che hanno creduto di prosperare con i beni naturali di altri popoli meno agguerriti). Anche la Germania è in sovrappopolamento del 15%, la Cina è oltre il 15% e a questo punto non le resterà (dato che ci vorranno almeno 30 anni per rendere fertili i suoi estesi deserti) che sottrarre in qualche modo le grandi pianure asiatiche alla Russia, visto che ogni russo può disporre di un terreno ben 10 volte più grande di quanto gli basta per vivere.
  In effetti con i criteri della politica attuale a queste situazioni ci sono soltanto due rimedi: produzione agricola non naturale o la guerra, prima economica e poi militare. (VEDI)
  Ma con la forza non si ottiene nulla. Mancando uno strumento preciso di controllo dell’aumento demografico, dopo pochi decenni il problema si riproporrebbe identico per ritornare alla legge della giungla in tutto il pianeta.
  Se si applicasse il Sistema di Base invece, anzitutto si eliminerebbero le sperequazioni attuali con delle migrazioni o concessioni di territorio concordate; inoltre ci sarebbe la possibilità di lasciare aumentare ancora naturalmente la popolazione mondiale . In effetti il pianeta Terra, se venisse sistemato idrogeologicamente con criteri ecosistemici anche nei suoi angoli più sconosciuti e si limitasse drasticamente l’occupazione improduttiva del suolo a 400 mq a testa, potrebbe dare sostentamento naturale a circa 10 miliardi di abitanti. Con l’attuale tasso di aumento demografico si giungerà a tale limite entro poche decine di anni. E’ evidente che gli abitanti attuali della Terra hanno tutto l’interesse a fare la ripartizione il più presto possibile, in modo che ad ognuno di essi e alla sua discendenza sia assegnata una quota più grande di territorio e soprattutto di materie prime, che sono in via di esaurimento e quindi tali da non permettere produzione di beni secondari sufficiente per tutti, cosa che invece con i 7 miliardi di abitanti attuali è possibile.

Soglia del benessere materiale individuale

  Uno dei mali degli stati occidentali è la convinzione che lo Stato debba procurare a ogni cittadino per tutta la vita un lavoro con reddito sufficiente a un elevato standard di benessere (casa durevole e con tutti i comfort, auto, istruzione e sanità totale, risparmio…). E’ uno degli equivoci creati dal fatto che fino a pochi anni fa gli europei hanno goduto dei risultati di 1000 anni di durissimo lavoro dei loro antenati, ma anche di un mercato mondiale totalmente aperto ai loro prodotti e arrendevole fornitore di materie prime a bassissimo costo.
  Oggi la concorrenza mondiale sta fatalmente dilagando, le materie prime costano molto a tutti e anche gli europei si trovano in difficoltà, dopo 50 anni di ‘facile’ benessere. Di conseguenza non può esistere più il ‘posto’ di lavoro sicuro con un buon un reddito garantito.
  Occorre abituarsi all’idea di un reddito a intermittenza. Lo dice anche la storia: nessuna nazione al mondo ha mai avuto benessere veramente generale per i suoi abitanti se non per brevi periodi (e senza avere alcuna soglia limitativa). Possibile che ci sia qualcuno che crede che la pacchia degli europei e americani durerà in eterno?
  Soltanto il Sistema di base (che permette ai singoli individui anche lunghi anni di inattività) fa in modo che qualsiasi crisi economica o ciclo negativo vengano assorbiti senza traumi socio-economici e durino il minor tempo possibile.

Soglia della saturazione del mercato dei beni materiali secondari

  Un fatto di cui solo ora i politici cominciano ad accorgersi è la progressiva saturazione del mercato dei beni secondari. Un esempio eclatante è la crisi del mercato dell’automobile: negli ultimi anni la richiesta di auto è calata del 20% non tanto perché la gente non ha soldi per comprarle ma perché ce ne sono già troppe e la loro sostituzione avviene in tempi più lunghi. Ma questo non è nulla in confronto al mercato dell’edilizia che nel 1970 in Europa costituiva il 20% del p.i.l. e oggi soltanto il 7%, perché ci sono già troppe case. Cosa faranno ora gli operai dell’automobile e dell’edilizia? Niente, come poco o niente faranno i lavoratori di quasi tutti i settori produttivi tradizionali che sono in crisi e anche di quelli nuovi che richiedono molto meno mano d’opera a parità di valore prodotto.
  Stiamo passando da un mercato di sviluppo a un mercato di mantenimento.
  I sistemi politici attuali si affanno a tamponare il problema con i sussidi statali ai disoccupati, ma i lavoratori attivi non riescono a sopportarne il peso finanziario, quindi gli Stati ricorrono al debito pubblico che è già insostenibile e pertanto l’unica soluzione a breve è la bancarotta con la miseria per tutti.
  Ma al di là dei fattori economici, i politici devono accettare il fatto che oltre una certa soglia la gente non è interessata a comprare beni materiali nuovi perché sente, anche senza rendersene conto, che ciò di cui ha bisogno sono anche (e, oggi, soprattutto) i beni immateriali sui piani della conoscenza, delle emozioni, della socialità, della creatività, della contemplazione. Il cui conseguimento comporterà una vera rivoluzione nella cosiddetta ‘civiltà industriale’.

Soglia del caos nelle mobilità e nelle relazioni interpersonali

  Il sistema di base, assegnando un numero massimo di abitanti per kmq e, soprattutto, dando la possibilità di non dover avere continuamente un lavoro di 40 ore settimanali per sopravvivere, risolve un altro dei grandi problemi del mondo attuale: il caos.
  Che non è soltanto difficoltà nel traffico veicolare, ma il disordine e le manchevolezze nelle relazioni interpersonali, che sono sempre più difficili e rare, non più realizzate di persona ma in pratica mantenute solo per via telematica.
  La vita nel mondo progredito è surriscaldata. Lo prova l’alta percentuale di abitanti (oltre il 20%) che assume tranquillanti. Ormai una vita relazionale normale possono averla (ma molto spesso non ce l’hanno) soltanto i pensionati. Mentre chi ha una occupazione full time non riesce più a fare nulla o poco d'altro.
  Non è preferibile, allora, che una persona invece di 40 ore settimanali di lavoro per 40 anni di seguito e poi 0 ore tutti i giorni quando è in pensione, lavori 20 ore alla settimana e le altre 20 le dedichi al campicello (che gli assicura comunque la sopravvivenza), a un livello vitale superiore, alla famiglia e alle relazioni sociali? Avrà una pensione più bassa, ma sempre il suo podere e soprattutto un patrimonio relazionale che lo aiuterà a vivere molto meglio.

Soglia della scomparsa dello Spazio Vitale individuale

  Nei paesi ‘progrediti’ non è più possibile trovare un angolo tranquillo fuori della propria casa. Il quadretto del cittadino seduto ai piedi di un albero che, nel silenzio e nella solitudine, ammira il paesaggio dell’aperta campagna componendo poesie o annotando pensieri appartiene ormai al passato: questo piccolo incantesimo cui tutti hanno diritto viene sempre interrotto da un contadino con il trattore, un taglialegna, un cacciatore, un raccoglitore di funghi, un podista, una guardia forestale, due ragazzi in mtb o, peggio, in motocross, un pensionato avventuroso con un mini 4x4, un’auto con una coppietta in vena di effusioni, un altro poeta o filosofo che non sa più dove rifugiarsi. Questa oggi è normalità in molte regioni europee, come la Lombardia che ha 380 abitanti per chilometro quadrato.
  Lo ‘spazio vitale’ è un diritto fondamentale in quanto un essere umano deve potersi isolare di quando in quando per un tranquillo ‘a tu per tu’ con se stesso e con l’ambiente naturale che lo ha creato.
  Nel sistema di base, la densità della popolazione di ogni regione verrebbe portata progressivamente fino ai 180 abitanti/kmq che permettono lo spazio vitale a tutti.

 In conclusione

  21° secolo dopo Cristo: il secolo delle decisioni fondamentali per l’umanità

  Le soglie sopra indicate non lasciano scampo: o si risolvono i relativi problemi oppure sarà la fine, per trauma bellico o rapida agonia.

  L’umanità ha le capacità intellettuali e le risorse materiali per trovare soluzioni.
  Una di queste, già delineata, è il Sistema di Base, realizzabile da subito.

  Ce ne sono altre e altre potranno nascere. Ciò che non consigliamo è seguire strade percorse in passato, come cercare consensi ‘democratici’ (Nazioni Unite) in quanto gestiti da politici inadeguati, o accettare nuovi imperi mondiali (Cina) poiché la legge del numero non conta più e anche un piccolo gruppo di autonomisti irriducibili sarebbe in grado di distruggere il mondo.

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  Il cammino dell’evoluzione del genere umano è ancora lungo: ora siamo arrivati, grazie alle follie degli illuministi, vicino al completamento di un’altra delle Torri di Babele che, assieme alle conseguenti totali rovine, hanno contrassegnato ciclicamente gli ultimi tre millenni. Il sistema di Base si pone come garanzia affinché non ce ne sia un’altra con un disastro che potrebbe essere l’ultimo in quanto comporterebbe, dato l’altissimo progresso tecnologico oggi raggiunto, la scomparsa dell’umanità per una apocalittica concordanza di eventi distruttivi (come prefigurato dai sacri testi con ‘i quattro cavalieri dell’apocalisse’).

  Al contrario l’essere umano ha ancora molto da migliorare con la prospettiva e la possibilità di vivere e operare, oltre che su quello Materiale, anche nei superiori livelli dell’Anima e dello Spirito a diretto contatto con l’infinita varietà degli esseri viventi nell’Universo.