Come impedire la disgregazione culturale e sociale causata dai movimenti Woke e Arcobaleno


Soltanto con il  Sistema di Base si può impedire la disgregazione culturale e sociale causata dai movimenti WOKE e ARCOBALENO
 
  L’essere umano vive, nella realtà concreta, su due piani ben distinti di interessi e di azioni: quello materiale che riguarda la sua esistenza e sussistenza (beni primari) e  quello animistico che riguarda il benessere (beni secondari) derivante dai  suoi comportamenti, relazioni e collaborazioni interpersonali. Entrambe queste due attività sono attualmente gestite e garantite contemporaneamente dall’attuale tipo di Stato che pertanto si può definire ‘totalizzante’ e da cui il cittadino deve prendere o tutto o niente. Ne è un esempio l’educazione dei figli: nello Stato attuale sei obbligato a mandare a scuola pubblica tuo figlio (e questo è ovviamente accettabile), ma sei anche obbligato lasciargli insegnare quello che lo Stato decide con il chiaro fine di uniformare la popolazione.

   Non si capisce quindi perché, contemporaneamente, lo stesso Stato dovrebbe favorire la differenziazione nella stessa popolazione (in un campo umano comunque importante), concedendo libertà, riconoscimento ufficiale, divulgazione, agevolazioni e anche finanziamenti a piccoli gruppi di individui dai comportamenti più strani e contrari al senso comune, ma soprattutto strettamente privati, come i ‘transgender’.

   Questa situazione contraddittoria dipende dal fatto che le persone e la civiltà di oggi sono diventate talmente complesse che tale Stato non ha più capacità e forza di gestire adeguatamente né le une né l’altra con la conseguenza di una grande confusione, il sovvertimento dell’ordine logico delle cose (la stessa garanzia dei beni primari molto spesso è trascurata a vantaggio di quelli secondari) con gravi conseguenze sia economiche sia culturali e sociali (con il deterioramento della consonanza collettiva)  e quindi con un rapido declino fino al disfacimento. E non serve invocare la cosiddetta ‘tolleranza’ che per i comportamenti occasionalmente trasgressivi delle regole collettive è naturale (e sempre esistita in quanto tutti conoscono le manchevolezze dell’essere umano) e non incide sulla coesione sociale, mentre è il riconoscimento ufficiale e perenne dei ‘diversi’ dai canoni naturali che è altamente disgregante per la comunità.

  A questo stato di cose nei sistemi ‘democratici’ attuali non c’è via d’uscita poiché il problema è nato e cresce con l’invenzione e la proliferazione dei cosiddetti ‘diritti’ di ogni tipo che ormai sono rivendicati da parte di tutti senza distinguere quelli primari cogenti (due, in realtà) da quelli secondari facoltativi (ben cinquanta secondo la Unione Europea e in via di continuo aumento). Attualmente pochissimi Stati riconoscono l’abissale (e purtroppo oggi misconosciuta) differenza tra i veri ‘diritti a…’ ( che comportano in ogni caso, pena la dissoluzione della convivenza umana, l’obbligo per qualcun altro di soddisfarli) perché riguardano l’esistenza e l’autosufficienza che sono indispensabili per sopravvivere;  e i cosiddetti ‘diritti democratici’ che in realtà non sono altro che richiesta di ‘libertà di…’  riguardanti comportamenti e benessere individuali facoltativi (e che non possono comportare nessun obbligo per gli altri salvo patti volontari facoltativi di mutualità).

  Si è arrivati a tal punto di rivendicazioni di questi ‘diritti democratici’ o, meglio, libertà che si è giunti alla pretesa di un riconoscimento, agevolazioni e finanziamenti pubblici anche di comportamenti intimi individuali che in effetti sono sempre esistiti e tollerati, come è naturale, nella sfera privata, ma che oggi sono ostentati in pubblico e senza ritegni: questi personaggi (i cui comportamenti spesso richiamano chiaramente scompensi psichici) ma soprattutto i politici, che per qualche voto in più o per carenze di cultura morale li assecondano,  non si rendono conto (all’apparenza inconsapevolmente, ma forse intenzionalmente) di incrinare gravemente la ‘consonanza’ sociale.

  Un primo, per quanto piccolo, risultato dalla nuova visione di convivenza del Sistema di Base può essere dato fin da ora dalla sistemazione del rumoroso fenomeno ‘WOKE’ (difesa oltranzista delle minoranze più strane) e in particolare dei praticanti ‘queer’ e dei teorici del ‘gender’ e altre stranezze (raggruppate nel termine ‘ARCOBALENO’ e nell’acronimo LGBTQUIAP+: vedi NB1) i quali pretendono che la loro ‘diversità’ sessuale (scelta personale di essere uomo o donna indipendentemente dal sesso anatomico) sia riconosciuta ufficialmente con l’iscrizione alla pubblica anagrafe come categoria di esseri umani diversi dai maschi e dalle femmine con tutti gli obblighi che ne derivano per la collettività (fino a concrete sperequazioni a danno dei cittadini normali: vedi NB2)

  L‘ SdB è il sistema storicamente provvidenziale che può rimediare su tutto il Pianeta a questa situazione (con un nuovo modo di governare) ristabilendo l’ordine naturale delle cose (e garantire un sicuro e superiore futuro all’umanità) con la separazione chiara e drastica della gestione dei beni primari da quella dei beni secondari con due distinti tipi di organismi su due piani sovrapposti: sul piano alla base, l’Organismo di Gestione Risorse Planetarie (Ogrp) per provvedere a soddisfare concretamente i veri diritti riguardanti i Beni Primari strettamente materiali, servizi e infrastrutture di base e la tutela personale; sul piano superiore gli Stati tradizionali per la gestione di tutti i cosiddetti diritti inerenti Beni e Attività Secondarie anche immateriali e su tutto il resto che una società coesa può richiedere.
  Anche le modalità di queste gestioni sarebbero diverse: lo Stato tradizionale come ora con voto segreto partitico, competitivo e orizzontale, leggi senza limiti di numero; l’Ogrp con mandato individuale scritto e palese e con ordinamento di tipo piramidale e cooptativo; poche regole ma molto rigide.

.

  La soluzione del problema delle pretese diversità sessuali è molto semplice:  poiché per la gestione e distribuzione puramente materiale a ogni singolo individuo delle risorse naturali e l’assicurazione della continuazione della specie umana occorrerà conoscere soltanto le sue caratteristiche fisiche strutturali e biometriche (e non quelle intime e interiori) per ogni abitante  esisterà soltanto la Carta di Identità  emessa in esclusiva dall’Ogrp come unico documento di riconoscimento a livello planetario  valida anche per gli Stati tradizionali, con la specificità che per il sesso non avrà senso usare denominazioni strane (NB.1) ma semplicemente soltanto F (femmina) o M (maschio) in base al tipo del suo apparato riproduttivo: con o senza utero (NB3) ; come pure per madre e padre saranno sempre e immutabilmente riconosciuti i genitori naturali (con i relativi obblighi) in base al dna, indipendentemente da altri vincoli o accordi legali.

Tutto questo oggi è finalmente possibile grazie agli sviluppi dell’informatica e delle tecniche genomiche ormai praticabili in tutti gli Stati.

  Questa Carta di identità Ogrp darà ad ognuno l’autentico e concreto diritto alla tutela personale e alle risorse naturali, ma anche in altri campi che sono indispensabili per la sopravvivenza senza pericolo di nuocere agli altri membri della comunità (patto base di convivenza): medicina di urgenza; prevenzione e cura sanitaria delle malattie infettive; istruzione culturale e tecnica di base. (NB4)

  Gli individui con particolari caratteristiche biologiche secondarie o legate alla intimità fisica o a tendenze comportamentali attinenti al loro ‘modo’ di essere come ‘diversi’  fino al ‘transgender’ potranno essere invece riconosciuti e tutelati e magari agevolati soltanto e più propriamente dagli Stati tradizionali che unici possono essere deputati (quale comunità fondata sulla stessa cultura in cui vige il sistema cosiddetto ‘sistema democratico’  coinvolgente gli abitanti di un territorio che accettano di sottostare alle leggi create dalla ‘maggioranza’) proprio a definire e regolare i comportamenti mentali e le relazioni interpersonali, su qualsiasi argomento e per qualsiasi tipo e dimensione di minoranza.  

    In questo modo nei limitati Stati tradizionali anche gli individui ‘arcobaleno’ potranno eventualmente essere riconosciuti come tali (matrimonio, unione civile e altro) con altri strumenti diversi dalla Carta di Identità come card specifiche di sanità integrativa, di mutua assistenza, di associazioni sindacali e, appunto, di specifiche spontanee comunità, valide e vincolanti solamente in ogni singolo Stato.

  Poiché questo tipo di Stato può imporre tutti i diritti che vuole la maggioranza soltanto a dei sudditi consenzienti, chi non accetta di vivere in questo sistema ‘democratico’ senza dover spostarsi in altro Stato potrà limitarsi a far parte soltanto dell’Ogrp che gli garantisce (con le essenziali regole di sopravvivenza e di convivenza uguali per tutti) i beni necessari per vivere senza alcun obbligo. In pratica potrà vivere in piena (pur se essenziale) autonomia dentro uno Stato senza accettarne la nazionalità e le regole, come peraltro sta già avvenendo, seppur embrionalmente, nelle autoisolate comunità di immigrati monoculturali in alcuni Stati europei.

  Occorrerebbe comunque che tutti concordassero che chi si prende la libertà di modificare la sua anatomia naturale deve prendersi anche in carico tutte le conseguenze che ne possono derivare (per la stessa ragione per cui l’umanità stessa ha preso coscienza di dover rimediare alle modifiche da essa apportate all’ambiente e al clima della Terra): uno dei cardini fondamentali della convivenza deve essere comunque e sempre il principio della ‘responsabilità’ personale non percepita o determinata da altri ma ’oggettiva’.

 A quando il cambio di questa modifica della certificazione delle caratteristiche di base degli esseri umani?  
 In effetti non sarebbe necessario attendere la costituzione del Sistema di Base poiché da subito i singoli Stati attuali potrebbero comunque adottare i criteri e il tipo di Carta di identità sopra descritto (e così rasserenerebbero buona parte della popolazione) affiancandola con provvedimenti legislativi dedicati a soddisfare le richieste più ragionevoli e accettabili delle categorie di ‘diversi’ (ad esempio semplici unioni civili di mutua assistenza senza nessuno sconfinamento nella matrimonialità e genitorialità e nessuna agevolazione economica).

NB1. I sostenitori del cosiddetto ‘arcobaleno’ vorrebbero che sulle Carta di identità, in base alla semplice richiesta del titolare, le sigle F o M fossero sostituite da una dell’acronimo LGBTQIAPK+ con i seguenti significati:

Lesbica / Gay / Bisessuale / Transgender / Queer = strano / Intersessuale / Asessuale / Poligamo / Kink = ipersessuale / + = qualsiasi altro profilo sessuale non precisato.

 

NB2. Il riconoscimento all’anagrafe (e quindi sulla carta di identità)  di uno dei profili ‘arcobaleno’ in presenza di leggi dello Stato che puniscono anche penalmente le discriminazioni delle minoranze comporterebbe un enorme e ingiustificato beneficio economico per queste persone perché, ad esempio, qualora si presentassero a chiedere l’assunzione in un’azienda o un prestito in banca nessuno si permetterebbe di rifiutarli per paura di essere denunciato per discriminazione.

  Riconoscere ufficialmente e aiutare con risorse pubbliche una famiglia tradizionale che ha per capacità e fine naturali la procreazione è non soltanto logico ma anche necessario. Altresì riconoscere ufficialmente la libera unione tra qualsiasi tipo di essere umani dalla sessualità non tradizionale ai fini soltanto della convivenza e mutua assistenza (unione civile) è anche comprensibile (e semplice in quanto puro atto notarile e di pubblico registro) ma non ha alcun senso e utilità agevolarli sul piano economico e dei servizi pubblici.

 

NB3. Perché l’utero? Perche gli organi sessuali non sono soltanto quelli esterni visibili ma anche quelli interni tra i quali in particolare l’utero che è presente soltanto nella femmina. In effetti per questa ragione all’atto della nascita potrà essere attribuita la definizione di M o F soltanto provvisoriamente e quindi la Carta di Identità definitiva potrà essere certificata soltanto al settimo anno di età sulla base di una verifica anatomica interna (che tra l’altro, a fini preventivi, riguarderebbe tutti i sistemi e apparati dell’individuo, come un tempo la visita militare obbligatoria).
  Da sottolineare inoltre che nel vocabolario e nella cultura popolare delle società più evolute già esistono i vocaboli per differenziare l' identificazione tra l’aspetto anatomico dell’essere umano (femmina/maschio) e quello personalistico (donna/uomo) con il primo che riguarda la pura concreta esistenza e bisogni primari e il secondo che riguarda tutte le altre specifiche esigenze e comportamenti individuali. Sono entrambi aspetti molto complicati e importanti che è logico vengano regolati e gestiti separatamente da due organismi diversi (come a dire ‘date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio). Sostenere l'intervento di un unico Stato in tutti gli aspetti della vita umana equiparando necessità e desideri è un classico della cultura (si fa per dire) progressista basata sulla teoria marxiana. 
  In definitiva elemento determinante e discriminante nel profilo individuale personale pubblico ( che si concretizza nella Carta di identità) deve essere l’esistenza di un particolare anatomico oggettivo e non l’uso che se ne fa: nel caso specifico non è neppure materialmente possibile che l’anagrafe (senza parlare della informazione pubblica e privata) debba essere modificata  ogni volta che una persona decidesse di utilizzare diversamente i suoi organi genitali e quindi di passare a sua discrezione, ad esempio, dalla qualifica B alla Q e magari in seguito alla A.

  Più in generale, accettando il principio che deve essere ufficializzato quello che l’individuo si sente o vuole essere a differenza di quello che è oggettivamente si scoperchierebbe il classico Vaso di Pandora: un disordine senza limiti a cominciare proprio dai paesi economicamente più progrediti, fatto già in essere e constatabile.

 

NB4. In particolare, servendo soltanto a una ordinata ed efficace gestione delle risorse primarie per l’umanità presente e futura, questa Carta conterrà indicazione non della professione ma della alfabetizzazione e del livello scolastico; rimarrà l’etnia, che è importante perché il colore della pelle abbinato all’aspetto fisico è un elemento fondamentale per procedere al riconoscimento (soprattutto a fini precauzionali per alimenti e terapie mediche) della etnia di nascita ognuna delle quali ha i propri plus e minus genetici sia strutturali sia fisiologici.