Unità Territoriale di Sopravvivenza Individuale: progetto tecnico generale

Premessa

  Come abbiamo già visto nella pagina ‘UTSI ASPETTI ECONOMICO-POLITICI’ (vedi), tornare alla proprietà e utilizzo agricolo individuale della terra è oggi l’unica soluzione per salvare dalla fame e dalla insicurezza centinaia di milioni di persone nel mondo e, in particolare, per salvare la civiltà europea.
  Una diversa distribuzione della terra non sarà per l’Europa un melanconico ritorno al medioevo ma il recupero di un valore fondamentale per un nuovo, modernissimo modello di convivenza (il Sistema di Base cui è dedicato questo sito): un sistema a due livelli nettamente distinti e indipendenti (quello dei beni primari e quello dei beni secondari) che permetterà ad entrambi notevoli innovazioni tecniche e socio-economiche, tra le quali il forte aumento del lavoro part time, che darà la possibilità quasi a tutti di un rapporto continuativo, proficuo e istruttivo, con la terra.
  Nel settore primario, in particolare, la gestione individuale diretta porterà a un cambiamento totale del modo di utilizzo del terreno agricolo: da quello chimico si passerà a quello biodinamico, per arrivare infine, tra non molto, anche a quello permacolturale. Sono metodi molto avanzati (che peraltro assemblano conoscenze ed esperienze plurimillenarie) che sono oggi alla portata di tutti grazie all’informatica.

L'assegnazione delle UTSI

  Ricordiamo che la UTSI (Unità Territoriale di Sopravvivenza Individuale) è, in sintesi, un 7miliardesmo di tutto il territorio del pianeta e di quanto di spontaneo vi si trova. Non si tratta quindi per il singolo individuo soltanto di avere diritto all’utilizzo dei terreni e acque necessari a produrre risorse alimentari ( Utsi-agricola) ma anche a una parte dei proventi derivanti dall’uso del territorio planetario per attività economiche di qualsiasi tipo (vedi UTSI aspetti economico-politici). 
  In questo capitolo presenteremo soltanto il progetto delle parti fondamentali della UTSI, cioè la parte di terreno seminativo necessaria per la produzione alimentare individuale di base, che chiameremo Utsi-campo, e la piccola parte destinata a eventuale abitazione, che chiameremo Utsi-abitazione. Infatti per assegnare di diritto una Utsi completa a ogni cittadino, occorre prima riformare il sistema giuridico e creare una struttura organizzativa non semplice (necessariamente mondiale) una specie di Onu, che dovrà curare il censimento e la gestione dei territori collettivi e delle risorse minerarie esistenti su tutto il pianeta. Questo programma si potrà cominciare ad attuare anche regione per regione, specialmente quelle più piccole e ben definite (fino a 10.000 kmq), ma evidentemente i tempi non sono ancora maturi.
  E’ possibile tuttavia iniziare a realizzare questo grande ed entusiasmante progetto di riordino del mondo partendo dalla libera iniziativa anche di una sola persona che voglia e possa procurarsi la particella fondamentale della Utsi, la Utsi-campo,  che per le latitudini centroeuropee, è un terreno seminativo di 2500 mq. Per attrezzare e rendere perfettamente produttiva a tempo indefinito questa Utsi-campo nell’arco di un anno servono una persona con una ventina di ore libere a settimana, il campo (anche in affitto o in comodato) e circa quindicimila euro, costo dipendente dalla fase ancora sperimentale del progetto, che presentiamo in questo capitolo nelle sue linee essenziali e con i dettagli esecutivi nel capitolo Progetto tecnico esecutivo di Utsi-campo.


UTSI-agricola: Composizione e organizzazione


Per chi volesse impegnarsi a realizzare una Utsi ricordiamo che una Utsi-agricola completa comprende in genere più tipi di superficie per un totale di 4000 mq (pianura per 2000 mq; collina e montagna per altri 2000 mq).

In questa illustrazione si è voluto dare un'idea di tutte le parti di terreni e di acque che costituiscono una Utsi-Alimenti e di quello che forniscono sia la stessa Utsi-Alimenti sia la Utsi-minerali (che è presente in tutto il mondo)
- direttamente con l'opera del proprietario: campi, prati, boschi, specchi d'acqua e i loro prodotti (piante, frutti,animali, pesci...)
- indirettamente tramite aziende collettive che gestiscono tutte le miniere e assegnano a ciascuno la sua quota parte di minerali (simboleggiati dalla parte del disegno in colore arancione)
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Il disegno soprastante rappresenta la soluzioni più felice di UTSI-agricola perché le particelle di territorio di varia natura sono tutte insieme. Più spesso invece le particelle saranno separate, ma comunque a distanze non superiori a un’ora di cammino, come rappresentato nella topografia a lato (in colore rosso, da sinistra: arativo, frutteto-vigneto, bosco, pascolo).

Per questo motivo questo progetto riguarda soltanto la particella di pianura arativa di 2500 mq 'Utsi-campo'. Ovviamente la ripartizione delle Utsi-agricole verrà effettuato per ambiti eco-produttivi, in cui potranno anche non esserci colline o montagne. Uno dei principi fondamentali del sistema di base è infatti è quello dell’alimentazione primaria tipica e storica del territorio (autoctona), che potrà essere integrata con prodotti provenienti da altre zone del pianeta (alloctoni, come il caffè) soltanto in un seconda momento con regole ben precise, molto diverse da quelle attuali.


Utsi-campo: il Progetto


Utsi-campo-abitazione: Dimensioni 

 Continuando nei limiti del presente progetto, chiariremo anzitutto che la misura dell’Utsi-campo varia, anche di molto, in base alla latitudine. Per un territorio mediamente fertile a metà emisfero (45° parallelo) la misura è di 2500 mq. Per chi non ha un’abitazione sarà aggiunta una superficie di 100 mq su cui installare una struttura abitativa minimale con relativi servizi.
  A questo Campo potranno essere affiancati, per una coltivazione unitaria durevole, al massimo altri 3 Campi spettanti alla eventuale moglie e due figli. Superfici maggiori potranno essere affidate soltanto temporaneamente senza fine di reddito e con stretti controlli, in caso di mancata coltivazione da parte dei titolari, a coltivatori professionisti, cooperative, comunità. Qui sotto, la schema di ampliamento da una Utsi-campo individuale a un insieme familiare di 4 Utsi-campo

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Utsi-campo: tipo di coltivazione

  La UTSI-Campo, in quanto particella di terreno che sarà affidata a un singolo individuo che la manterrà ( a meno di cause di forza maggiore) per tutta la vita al termine della quale ritornerà alla collettività, è destinata unicamente alla produzione alimentare sufficiente per la sopravvivenza del suo titolare.
  Ovviamente prima dell’assegnazione, il terreno e l’ambiente circostante dovranno essere controllati sul piano della salubrità e della fertilità, intervenendo, se necessario, per ristabilire delle condizioni accettabili per entrambe le voci .
  Dovendo l'affidatario riconsegnare, a fine vita, il terreno tale e quale, se non migliore, anche se dopo molti anni, egli dovrà adottare sistemi di coltivazione che ne mantengano l’integrità, quali il metodo tradizionale, come minimo, o, meglio, quelli biologico e, ancor più, biodinamico. Quest’ultimo infatti, comportando la continua rotazione delle piante e degli animali in tutte le parti del terreno, garantisce una concimazione naturale e una carica minerale equilibrate e costanti.
  Qui di seguito presenteremo il progetto di coltivazione con i principi fondamentali e più strutturali del metodo biodinamico che finora poteva sembrare complesso (e in alcune parti suscita ancora qualche perplessità), ma oggi, grazie al progresso tecnologico, è alla portata di chiunque. Senza entrare qui nelle motivazioni profonde e nei dettagli, sarà sufficiente chiarire che il metodo di coltivazione biodinamica (nato in Austria nel 1920) si fonda principalmente su una coltivazione a ciclo completo e chiuso all’interno di un appezzamento di terreno, il che comporta, principalmente :
- Autofertilizzazione (compostaggio)
- Rotazione delle colture
- Utilizzo soltanto degli elementi forniti dalla natura sul posto (ad esempio, acqua piovana)
  Il metodo biodinamico, che si basa su principi molto particolari, come l’energia vitale, comprende anche altre tecniche (come i preparati e gli influssi planetari) che potranno essere approfondite a parte. (vedi)
   E’ da dimenticare quindi l’agricoltura professionale attuale che coltiva pochi tipi di alimenti, molto spesso uno solo (mais, vite, mele…) su vaste aree. Nel proprio campo biodinamico la singola persona coltiverà tutti gli alimenti di cui ha bisogno nell’arco di tutto l’anno. Sembra un compito quasi impossibile, ma che diventa abbastanza semplice (anche se richiede un certo numero di ore di attività fisica) grazie a tecniche, strumenti, apparecchiature e sistemi informatici innovativi, per uso individuale e collettivo. Si tratta essenzialmente di mini-parcellizzazione della superficie, creazione di un’area centrale di ricovero perenne, alcune semplici strutture mobili per la gestione rapida ed efficiente del territorio, un sistema idrico per usi umani e uno per uso agricolo, un sistema di trattamento delle acque reflue e di compostaggio, un programma di computer personalizzato. Macchine per lavori pesanti e apparecchiature complesse saranno disponibili in un centro servizi collettivo o fornite da coltivatori professionisti.


Utsi-campo: parcellizzazione del terreno 

  Per prima cosa sarà utile suddividere il terreno in miniparticelle di 50 mq (la misura minima per tipo di coltivazione o di pascolo, corrispondente, tra l’altro, alla superficie di un orto individuale) ognuna delle quali, singolarmente o assieme ad altre (ce ne saranno in tutto 40) ospiterà ogni uno-due anni un tipo di pianta o di animale diverso.

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Utsi-campo: strutture tecniche mobili di nuovo tipo

  L’utilizzo delle miniparticelle richiederà delle recinzioni (molto importanti nella coltivazione biodinamica) che ovviamente non potranno essere di tipo tradizionale (paletti impiantati e poi tolti, quindi reimpiantati di volta in volta nel terreno) a causa del troppo lavoro e del consumo dei materiali.
  Si adotterà quindi un nuovo sistema che prevede il supporto della rete di recinzione costituito da due parti: una guaina in plastica rigida di circa 50 cm che viene inserita in via stabile in un buco nel terreno realizzato molto facilmente con una trivella meccanica, un paletto in metallo con l’asta a croce (della stessa sezione della guaina e dotata di fori per l’aggancio della rete) che viene inserito nella guaina con una normale pressione manuale. Con questo sistema la recinzione viene spostata molto facilmente e velocemente da una sola persona, semplicemente sfilando e spostando i paletti in nuove guaine e lasciando le guaine preesistenti dove sono, previa copertura con un tappo di plastica. Le guaine vengono inserite progressivamente di anno in anno fino a giungere ad attrezzare tutte le miniparticelle di terreno.
  Per non sprecare terreno coltivabile, anche la viabilità interna tra le varie miniparticelle non potrà essere costituita da sentieri in terra battuta per quanto stretti. Il terreno sarà lasciato così com’è e i camminamenti saranno realizzati anno per anno con la posa di apposite piastre in plastica forata (cm 60x60), che saranno poi facilmente rimovibili e impiegabili per realizzare altri camminamenti.


Utsi-campo: area centrale 

  La Utsi sarà dotata anche di ricoveri per gli animali di allevamento (dalle galline alle capre, a suini di piccola stazza). Essi saranno situati in un’area baricentrica nel campo in modo che sia facile, di anno in anno, creare dei corridoi (recintati con il sistema mobile sopra indicato) lungo i quali gli animali potranno spostarsi autonomamente ogni giorno dai ricoveri e relativi abbeveratoi alle miniparticelle dedicate al pascolo.
  Animali più grandi, la cui produzione supera il consumo individuale (come le mucche), saranno ospitati invece nel centro servizi collettivi, illustrato più avanti.
  L’area agricola centrale è molto importante per le tecniche biodinamiche poiché avrà delle strutture fisse indispensabili per la sopravvivenza, con qualsiasi condizione climatica, di animali e piante. In essa arriverà l’acqua piovana che sarà conservata dentro un grande serbatoio da cui uscirà con una cascatella per alimentare un laghetto per gli animali, con tubazioni fisse per rifornire i vari abbeveratoi e con tubazioni mobili (lunghezza massima 25 metri) per irrigare le varie colture. Attorno a queste strutture saranno messi a dimora perenne tutti gli alberi da frutto e le erbe officinali.

Utsi-campo-abitazione: sistemi idrici

 Altra struttura fondamentale per la Utsi-campo è, in mancanza di altre fonti perenni, un sistema per la raccolta e il convogliamento di acqua piovana sia per uso domestico sia per uso agricolo. Poiché, per principio, si potrà fare uso soltanto della forza muscolare per far funzionare il sistema, essa sarà riservata unicamente al sollevamento con una pompa manuale dei liquidi al più basso livello, vale a dire le acque reflue della fossa settica. Tutto il resto del sistema funzionerà con la forza di gravità: l’acqua domestica scenderà da una cisterna sopraelevata, mentre l’acqua per usi agricoli arriverà dal tetto dell’abitazione. .
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Utsi-campo: programma computerizzato 
  Dovendo coltivare nelle giuste proporzioni almeno una cinquantina di agroalimenti, il gestore della Utsi-campo avrà bisogno (vuoi per mancanza di competenze vuoi per carenza di tempo se impegnato anche in altre attività) di un aiuto per progettare ma anche per programmare con precisione le varie coltivazioni. Ecco intervenire l’informatica che è oggi in grado di fornire un programma per personal computer capace di far realizzare a chiunque (per la prima volta nella storia dell’umanità) la propria produzione agricola individuale in forma personalizzata, senza sprechi e con un minimo impiego di tempo (in media un’ora al giorno).

  Tale programma, attualmente in fase di progettazione, sarà in grado (sulla base della tipologia del terreno e del clima nonchè dell’elenco delle preferenze alimentari personali) di programmare per ciascuno (in video e su carta) quantità di ogni cultivar e relativa porzione di terreno necessaria, localizzazione di ogni coltivazione a rotazione anno per anno, calendario di semina, trattamenti e raccolta per ogni cultivar, ecc. (vedi)


Utsi-campo-abitazione e modello di vita umana 

  Per il proprietario della Utsi che non ha già un’altra abitazione, a quello agricolo sarà affiancato uno spazio di 100 mq in cui sarà installata una miniabitazione unipersonale (cui saranno aggiunti ulteriore spazio e altri moduli abitativi nel caso di una famiglia di due o più persone).

 L’abitazione raffigurata nel disegno accanto, da considerarsi il ricovero minimale cui ha diritto, oggi, ogni essere umano, è stata progettata per un modello di vita con soddisfacimento delle esigenze vitali a livello primario. Per questa abitazione non sono previste comodità tipiche delle società progredite (che sono frutto del lavoro umano) ma soltanto ciò che viene fornito direttamente dalla natura, pur se trattato e integrato spesso con tecnologie modernissime: non ci sarà pertanto allacciamento ad alcuna rete di forniture civiche, come acqua corrente, elettricità, gas, fognature. Tutto quello che sarà consumato dovrà essere di produzione personale o proveniente, quale quota parte individuale, da produzioni collettive ubicate altrove (sale, idrocarburi, ecc.). Nessun prodotto di sintesi chimica, come i detersivi.
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Questa abitazione è costituita da prefabbricati industriali studiati ad hoc (con poche modifiche rispetto a molti modelli già commercio) il cui modulo principale misura m 4x3 cui si affiancano sottomoduli 4x1,5.
  Queste costruzioni e il loro contenuto saranno donati dalla collettività al nullatenente a parziale risarcimento della negazione fino ad oggi del diritto naturale (che nessuna costituzione ha mai riconosciuto) di disporre gratuitamente di una parte egalitaria delle risorse naturali esistenti sulla Terra. La casa sarà mobile in quanto semplicemente posata su un basamento isolante e dotata di tutti gli arredi e apparecchiature necessari per una vita allo stato basico. 
  Tutti gli impianti tecnologici della minicasa funzioneranno con sostanze naturali. Ad esempio,  per l’acqua potabile si utilizzerà quella del pozzo comunitario del villaggio, per tutto il resto si utilizzerà acqua piovana raccolta in apposita cisterna. Per l’illuminazione si adopereranno lampade a piantana mobile a butano. Per cucinare e il riscaldamento alcool prodotto nella distilleria del villaggio. Le acque reflue (che non conterranno alcuna sostanza chimica di sintesi) saranno raccolte in una fossa settica e utilizzate totalmente per concimazione e irrigazione.


Utsi-campo-abitazione: i Centri Servizi 

  Una produzione alimentare avanzata, come deve essere per il livello di civiltà che abbiamo raggiunto, ha tuttavia bisogno, per quanto piccolo, di macchine, strutture e anche animali di grande taglia come i bovini che è impensabile assegnare a ogni singola Utsi.
  Inoltre le Utsi per essere pienamente funzionanti ed economicamente sostenibili dovranno essere accorpate in villaggi in cui un centro servizi fornirà edifici, macchine ed energia non sostenibili da una sola o poche unità individuali (che dovranno essere almeno 25 per ogni centro servizi).
  Ecco allora che la collettività, dopo avere creato l’organizzazione per coordinare le Utsi, realizzerà due tipi di centro servizi:
- un centro servizi di livello intercomunale che fornirà a ogni singola Utsi le grandi macchine (di proprietà o a noleggio) per i lavori agricoli più pesanti come aratura, palificazione, spostamento strutture, semina, trebbiatura, trasporto ecc.
- un centro servizi di villaggio con tutte le attrezzature e opportunità di utilità quotidiana Per queste strutture esistono già dei progetti tecnici, che qui presentiamo, che possono diventare esecutivi ed essere sperimentati in pochi mesi.

Il Villaggio Utsi

Il Villaggio-Centro servizi ospiterà in dettaglio (edifici color arancio, dall'alto):
1 pozzo artesiano di acqua potabile con fontana pubblica
2 deposito attrezzi e macchine di uso collettivo
3 stalla con fienile per animali di grandi dimensioni con fossa settica
4 mattatoio e laboratorio carni
5 prefabbricato con un congelatore per ogni proprietario del villaggio
6 centrale di generazione di corrente elettrica con mix di pannelli solari o pala eolica e generatore a biodiesel, per una produzione continuativa di una quindicina di kw
7 prefabbricato dotato di apparecchi di telecomunicazione a disposizione della collettività (telefono, computer ecc)
8 prefabbricato con equipaggiamento di pronto soccorso e materiale didattico per le attività del villaggio.
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Tutto il centro servizi non sarà gestito da personale esterno ma dagli stessi residenti, a turno o per competenze.
  Del cento servizi farà parte anche un laghetto con allevamento di pesci. All’intorno un boschetto conserverà il patrimonio genetico botanico locale. 
  Nel villaggio Utsi saranno in vigore delle regole per fare in modo che serva non soltanto alla sopravvivenza dei residenti, ma anche alla salvaguardia e riqualificazione dell’ambiente naturale. In esso pertanto:
- non vi sarà viabilità ordinaria ma soltanto poche piste in terra battuta, con esclusione di tutti i veicoli a motore
- le produzioni agricole saranno esclusivamente per uso personale con proibizione assoluta di commercializzazione (le eventuali eccedenze saranno consegnate per compensazioni tra le varie zone dello Stato)
- la distanza dal più vicino centro abitato non supererà 1,5 km (un quarto d’ora di cammino).


Utsi-campo: risultati economici


  La Utsi-campo è in grado di produrre, con i suoi 2500 mq, agroalimenti per circa 2300 kilocalorie al giorno (sufficienti per una normale persona adulta) e per un valore di almeno 2400 € all'anno.
  La realizzazione di una Utsi-campo con quota parte del centro servizi costerebbe sì, in economia di scala, 15.000 € ma sarebbe un costo una tantum spalmabile su almeno 20 anni.
  Il costo annuo sarebbe quindi di soli 750 € e pertanto se il titolare della Utsi-campo fosse un indigente mantenuto dallo Stato, questo risparmierebbe ogni anno 1.650 € di alimenti più almeno altri 2400 € per l'abitazione.
  In totale solo con la realizzazione, inizialmente, delle Utsi-campo lo Stato risparmierebbe 4000 € all'anno per indigente, che non è poco se pensiamo che per 3.000.000 di indigenti con questo sistema si risparmierebbero almeno 12 miliardi di € all'anno.
  Lo stesso risparmio di almeno 4000 € annui l'avrebbe il privato cittadino non assistito dallo Stato che gestisse in proprio la sua Utsi-campo e vi avesse residenza stabile, pur continuando ad avere altre attività.