La UTSI (Unità Territoriale di sopravvivenza individuale): Aspetti economico-politici


UTSI: Aspetti economico-politici

  Gli ‘Illuministi’, presuntuosi trombettieri della Dea Ragione, e i politici ‘democratici’, alla caccia di voti per avere il potere di gestire i vostri soldi e la vostra vita, hanno creato negli ultimi 200 anni un mondo astratto in cui tutti hanno diritto a tutto per avere in realtà ben poco e, soprattutto, sempre con il rischio, che spesso si concretizza (come dimostra la crisi economico-finanziaria dell’Occidente iniziata nel 2007), di perdere tutto. 
  L’inizio degli Anni 2000 è uno dei momenti storici fondamentali dell’umanità in cui occorre eliminare la gigantesca confusione di idee e interessi che soffoca il mondo e ripartire dalle pochissime certezze (dettagliatamente illustrate e spiegate nel nostro libro) su cui rivedere da capo i rapporti economici e civili tra gli esseri umani (fatti salvi i progressi scientifici, sociali e culturali spontanei e quindi intangibili) come è accaduto in passato altre sei volte, l’ultima delle quali alla fine del 1700.

 La più concreta di queste certezze è il diritto di ogni singolo essere umano ad avere la disponibilità di una parte di territorio e di materie prime del pianeta Terra (l’insieme in questo sito viene indicato con il termine ‘U.T.S.I.’ Unità Territoriale di Sopravvivenza Individuale) che gli permettano di sopravvivere, alimentandosi in modo naturale, costruendosi un’abitazione e realizzando le attività umane primarie, senza dover mendicare niente da nessuno.
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  Dare il diritto e la possibilità materiale, a chiunque lo voglia, di tornare alla proprietà e utilizzo agricolo   individuale della terra è oggi l’unica soluzione per salvare dalla fame e dalla insicurezza centinaia di qmilioni di persone nel mondo e in particolare per salvare, anche se sembrerà strano, la stessa civiltà europea. D'altra parte procurarsi da soli, in un proprio spazio vitale, alimentazione e abitazione è non soltanto un diritto ma anche un dovere: nessuno può pretendere di essere mantenuto dagli altri senza dare nulla in cambio. (VEDI)
  Lo conferma indirettamente proprio il sistema che oggi permette alla Cina di essere la più solida potenza economica nel mondo: 800 milioni di contadini autosufficienti (e contenti), affidatari delle terre dello stato, a fronte di soli 300 milioni di salariati nelle altre attività produttive non primarie.

  E’ un cambiamento epocale anche nei rapporti tra uomini che permetterà finalmente di eliminare il ricatto dei datori nei confronti dei prestatori d’opera nullatenenti, e libererà tutti dalla necessità di lavorare continuamente 40 ore a settimana per 40 anni per sopravvivere. Il sistema di base permette un nuovo mondo in cui sarà naturale lavorare a part time o a periodi a propria discrezione, con la certezza assoluta che alimentazione e beni primari ciascuno se li potrà sempre procurare da solo senza dover chiedere nulla ad alcuno. (vedi anche Diritto-Dovere di procurarsi la propria alimentazione)
  Oggi questo diritto non esiste, pur essendo tecnicamente possibile, finalmente, concretizzarlo grazie alla informatica, alla tecnologia e all'industrializzazione. Oggi infatti è possibile (e qualcuno lo sta già facendo) acquistare un pezzo di terreno e, con poche migliaia di euro, installarvi una mini abitazione prefabbricata e attrezzarlo con le più moderne conoscenze e tecnologie per farne un piccolo 'eden' pienamente produttivo per il suo sostentamento.(vedi UTSI - Progetto tecnico generale e UTSI-campo: progetto tecnico esecutivo)
  C'è un solo problema: questa acquisizione non è giuridicamente riconosciuta come un diritto naturale per tutti gli esseri umani (neppure nei pochi paesi collettivistici) e di conseguenza i sistemi politici attuali non hanno i mezzi legali per espropriare terreni di proprietà privata, spesso suddivisi tra una miriade di proprietari, e ridistribuirli a tutti. 
  Soltanto il Sistema di Base risolve il problema alla radice: tutto il territorio e le risorse naturali del pianeta saranno prima collettivizzate e poi suddivise in parti uguali tra tutti gli abitanti, regione per regione. Solo questo sistema permetterebbe di assegnare materialmente una U.T.S.I. a chiunque ne facesse richiesta, a cominciare dai poveri, dai temporaneamente disoccupati, da chi non apprezza il caotico mondo di oggi…

  In che cosa consiste esattamente una U.T.S.I. Unità Territoriale di Sopravvivenza Individuale?   
  E', in sintesi, un 7miliardesimo di tutto il territorio del pianeta e di quanto di spontaneo vi si trova. Non si tratta quindi per il singolo individuo soltanto di avere diritto all’utilizzo dei terreni e acque necessari a produrre risorse alimentari ma anche a una parte dei proventi derivanti dall’uso del territorio planetario per attività economiche di qualsiasi tipo: mare, giacimenti minerari, ambiti naturalistici e paesaggistici, patrimoni biologici, tutti beni che hanno una caratteristica comune: sono propri del pianeta e non sono opera dell’uomo e quindi appartengono a tutti e a ciascuno.
  In dettaglio la UTSI (oggi sul pianeta se ne possono ricavare, come sopra anticipato, non più di 7 miliardi) è un diritto di proprietà individuale naturale che si estende a
- un insieme di terrreni e specchi d'acqua destinati alla produzione alimentare individuale (UTSI-Alimenti) costituito da particelle di terreni arativi (Utsi-campo, comprendente anche l'abitazione unipersonale), di frutteti pascoli e foreste (Utsi-terrevarie), di fiumi, laghi e mari (Utsi-acque), la maggior parte delle quali a gestione individuale;
- le attività estrattive di minerali (UTSI-Minerali)
- le aree necessarie alla viabilità e ai servizi di pubblica utilità (UTSI-Servizi)
- le aree destinate a centri abitati tradizionali a gestione collettiva-individuale( UTSI-Centriurbani)
- le aree ed edifici di pubblica utilità e per attività collettive (UTSI-Sociale)
- tutti gli edifici e le opere edili di valore storico-artistico a gestione collettiva-individuale (UTSI-Storia)
- le aree indivisibili destinate alle attività turistico-culturali a gestione collettiva (UTSI-Ambiente)
- le aree collettive destinate a insediamenti produttivi secondari a gestione collettiva-individuale (UTSI-Lavoro).
  Il valore ricavabile da una UTSI individuale si può quantificare globalmente in almeno 5000 euro annui di cui 3200 in produzioni agricole realizzate direttamente dal proprietario e 1800 in proventi derivanti dalla gestione delle aree e attività pubbliche; ulteriori proventi potranno derivare dal modo con cui il singolo individuo utilizzerà la propria quota di prodotti e spazi per attività secondarie.
  In dettaglio, a titolo di esempio, quantifichiamo gli spazi costituenti una UTSI dal 40° al 50° parallelo (Centro Europa). 4000 mq di terreno fertile così suddivisi: 2000 mq di pianura o bassa collina, 500 mq di collina o bassa montagna per coltivazioni alimentari e allevamenti animali; 600 mq anche di bassa montagna per la forestazione di tipo perenne per la produzione di ossigeno; 900 mq, di cui due terzi anche in bassa montagna, per la produzione a ciclo continuo di legname da lavoro e uso energetico, nonché per foraggi. Ad ognuno spetterà una quota di acque interne e di superficie marittima di 20.000 mq circa, capace di fornire, sempre in forma continuativa, prodotti ittici pari al 25% circa del fabbisogno alimentare individuale.
  Alla superficie produttiva terrestre sono da aggiungere per ogni persona 400 mq di terreno destinati allo spazio vitale individuale in ragione di 100 mq per abitazione e servizi privati necessariamente a livello suolo, 100 mq per attività primarie e produzione secondarie; 200 mq per viabilità e aree pubbliche. Ricordiamo che la UTSI è liberamente scambiabile ma assolutamente non cedibile, restando di proprietà personale per tutta la vita.

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  Nella cartina sopra riportata viene esemplificata la dotazione di particelle di territorio per una persona in un’area con pianura e rilievi via via crescenti. Da sinistra: terreno omnicolturale, terreno da vigneto e frutticoltura, prato per foraggio, foresta.
  Ricordiamo che le parti della UTSI che l’assegnatario non vuole o non può coltivare dovranno comunque essere utilizzate da persona di fiducia, cooperativa, professionisti.
  Il Sistema di base potrà assegnare, a richiesta, anche una sola parte della UTSI, ad esempio l’orto e il terreno per allevare animali di bassa corte (con metrature ben precise), specialmente nelle periferie delle città. Non è una novità: diverse città italiane ed europee fanno la stessa cosa con gli orti affidati ai pensionati. Questa coincidenza conferma noi e loro di essere sulla giusta strada.
  Per sottolineare la necessità del Sistema di Base è sufficiente pensare che oggi in Italia vi sono 3 milioni di cittadini completamente poveri, che vivono in baracche o locali di fortuna e mangiano nelle mense pubbliche o di carità. Assegnare a queste persone (singolarmente o per gruppi familiari) le Utsi non sarebbe più logico, dignitoso e anche meno dispendioso per tutti? Queste persone infatti al presente non fanno nulla mentre gli addetti pubblici e privati assunti per assisterle costano molto.
  In una Utsi la persona indigente si procurerebbe da mangiare da sola e avrebbe tutto il necessario per realizzarsi in proprio una abitazione che, anzi, lo Stato potrebbe regalarle visti il denaro che risparmierebbe e il bassissimo costo di una struttura prefabbricata, ammortizzabile in 2-3 anni a fronte di una durata dieci volte maggiore. E, infine, avrebbe diritto a una somma mensile di circa 150 euro quale reddito di tutti gli altri beni naturali e storici planetari indivisibili e gestiti collettivamente.
  Si pensi inoltre a quanti milioni di disoccupati temporanei od occupati part-time ci saranno sempre nei paesi ricchi d’ora in avanti, vuoi per la concorrenza internazionale vuoi per un nuovo modello di vita. L’assegnazione di una Utsi risolverebbe alla radice il problema, perché anche lo stesso disoccupato totale avrebbe di che vivere senza intaccare i risparmi o vendere tutto quello che ha, a cominciare da una casa normale. Senza contare che, anche volendo, le attuali politiche di welfare dei paesi ricchi tese a dare un sussidio sufficiente (almeno 10.000 euro/anno) per più di un anno ai senza-lavoro non è più assolutamente sostenibile.
  A questo proposito è da sottolineare la grande novità del Sistema di base: le persone che vorranno realizzare un territorio agricolo produttivo unitario assemblando le loro Utsi si vedranno assegnare il territorio necessario il più presto possibile (nell’arco di un anno) con precedenza assoluta su qualsiasi altro utilizzo del terreno. In questo modo anche pochi cittadini, pur senza alcuna risorsa, potranno coltivare il terreno secondo i propri intendimenti, sperimentando (sempre nell’ambito della naturalità) e quindi diffondendo nuovi metodi di coltivazione e, abitandoci, anche nuovi modelli di comunità.
  A titolo di esempio, riportiamo gli schizzi di un villaggio composto da alcune UTSI con servizi e attrezzature comuni (tutto è essenziale ma tecnologicamente avanzato) e di come potrebbero essere una abitazione collocata in una UTSI (cui, ricordiamolo, ogni essere umano ha diritto per il solo fatto di esistere). Per i dettagli vedi la pagina UTSI Progetto tecnico.
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 Nel Sistema di Base la mappatura del territorio e la successiva tracciatura delle Utsi sarà l'occasione per rimediare ai gravissimi danni dell'urbanizzazione selvaggia.
   L'obiettivo sarà quello di ricostruire delle aree continue di circa 12 kmq in cui si potrà riedificare la piramide alimentare e riprendere un corretto ciclo biologico. Le Utsi abitate saranno gli avamposti per creare un ambiente ancora più naturale anche dal punto di vista paesaggistico con la permacoltura.
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